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Lo ha stabilito il Tribunale di Foggia, sezione penale, nel punire una giovane di Foggia, coniugata e con figli, "denunciata" dal proprio consorte per essersi spostata dalla casa di famiglia (portandosi con sé il solo figlio "minore" della coppia) allo scopo di potersi "applicare" con liberta a un altro rapporto amoroso con il proprio "nuovo" compagno presso la casa di esso, situata in provincia di Taranto.

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Il soggetto ricorrente, per cui, si era riferito alla Cassazione sostenendo che il giudizio impugnato non aveva giustificato idoneamente la sproporzione tra la difesa messa in atto dall'imputato e l'offesa attuata dal soggetto leso e che, a livello generico, la circostanza che il soggetto leso fosse senza armi e la mancanza di testimonianze oculari non potevano, di per séda soli, valutare la mancanza della legittima difesa,visto che l’uso di armi è prescritto a livello normativo come proporzionato a livello di presunzione, nella circostanza prescritta dall'art. 52

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La motivazione è inaccettabile. Il richiedente si limita ad affermare che il verdetto contestato non avrebbe valutato tutti i fattori della fattispecie, ma, in infrazione della norma di autonomia del ricorso per cassazione, non contiene nè riproduce la materia dei risultati del processo che la Corte territoriale non avrebbe esaminato o avrebbe letto in modo non corretto.

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