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La giurisprudenza maggioritaria di questa Corte ha, difatti, stabilito che la proposizione, con il ricorso tramite cassazione, di censure sprovviste di particolari attinenze al "decisum" del giudizio impugnato è accettabile alla assenza della dichiarazione delle ragioni previste dall'art. 366 c.p.c., n. 4, con relativa inaccettabilità del ricorso, da poter rilevare pure d'ufficio (ex multis, Cass. 07/11/2005, n. 21490;Cass. 24/02/2004, n. 3612; Cass. 23/05/2001, n. 7046).

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L'incoerenza della motivazione determina pure il fatto che la possibile accettazione della censura risulta tuttavia senza rilievo nella tipologia, poiché inadeguata a dar vita a delle risoluzioni in merito al problema impugnato tramite giudizio (Cass. Sez. Unite, 12/05/2008, n. 11650).

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Con il ricorso incidentale la signora B.P. denuncia la trasgressione e falsa attuazione degli artt. 116, 106, 167 e 269 c.p.c. e la lenta e inaccettabile durata del contraddittorio da parte dei successori dell'attrice nei riguardi della citata dr. B..

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Per la ricorrente incidentale nella circostanza in cui il convenuto citi in giudizio un terzo soggetto (come nel caso di specie è avvenuto nei suoi confronti), senza pretendere in maniera diretta la pena di questi nei riguardi dell’attore, siffatta richiesta può essere caratterizzata di garanzia impropria, per cui l'ampiezza del contraddittorio che l'attore faccia per determinare la pena del terzo direttamente nei suoi riguardi in merito all’ex art. 183 c.p.c., va ritenuta tardiva. 11. La motivazione è senza fondamento.

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Qualora - come nella tipologia in esame–citi in giudizio il convenuto citi in giudizio un terzo, considerando che questi, e non lui, è la persona che deve rispondere della richiesta dell’attore, la richiesta di siffatto, senza la presenza di esplicita domanda, viene in maniera automatica estesa al terzo soggetto poiché bisogna identificare il reale colpevole, all’interno di un profilo oggettivo; con la conseguenza di una estensione della contesa iniziale, sia a livello oggettivo – in quanto il nuovo obbligo derivantedal convenuto viene ad introdursi nell’ambito della contesa, in via alternativa con quella che l'attore ha messo in atto a caricò del convenuto - sia a livello soggettivo, in quanto il terzo citato in giudizio diviene un'altra parte di quella contesa e viene ad essere con il convenuto in una circostanza particolare di litisconsorzio alternativo (cfr. ex plurimis, Cass. 14.3.2008, n. 6883; 21.3. 2003, n. 4145). 12. I ricorsi vanno quindi revocati. Vista siffatta reciproca subordinazione va stabilito il compenso dei costi processuali di ambedue le difese.

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Soltanto il condominio ha facoltà di legge per impiantare sistemi di videosorveglianza, basta che una tale disposizione venga decisa all'unanimità da tutti i soggetti condomini, in quanto, in tale ipotesi, "si manifesta un assenso comunitario idonea a mettere in atto le conseguenze tipiche di una negoziazione di disposizioni dei diritti coinvolti".

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